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Architettura di Rigenerazione Edizione 2020

Progettazione di un Campus Internazionale di Design fra le rovine delal Rocca dei Conti Guidi a Modigliana

Progettazione di un Campus Internazionale di Design fra le rovine delal Rocca dei Conti Guidi a Modigliana

Il laboratorio, condotto in collaborazione con Agenzia del Demanio e il Comune di Modigliana, con la tutorship di SANAA, ha offerto ai corsisti l’opportunità di lavorare sulla Rocca dei Conti Guidi, architettura simbolo di un borgo medievale cresciuto sul promontorio fra i fiumi Tramazzo e Ibola. In forza di un tessuto produttivo fortemente vocato alla produzione d’elementi d’arredo, nelle indicazioni del comune, la Rocca si orienterà all’innesto di una scuola internazionale di architettura e design: qui, all’ombra di architetture medievali, nel cuore dell’appenino tosco emiliano, un campus d’eccellenza si orienterà a pulsare dell’attività di giovani menti guidate dai più brillanti astri dell’architettura e del product design. Contesto pittoresco connotato da alcuni fra gli scorci più affascinanti del territorio nazionale (si pensi al celebre Ponte della Signora) Modigliana è sfondo ideale per la conduzione di riflessioni progettuali che coniughino memoria e intervento contemporaneo. Per una più corretta interiorizzazione dei luoghi, agli studenti sarà garantita l’opportunità di svolgere tre giorni di permanenza e lezioni presso il borgo.

Modigliana

Architettura maestosa e di lontana memoria, la genesi del castello va forse ricerca fra l’830 e l’864, prima cioè che Carlo il Calvo fosse costretto a emanare l’editto che poneva fine alla troppo prolifica attività di architettura militare Normanna. Intorno al 900, il maniero passerà sotto la protezione dei Conti Guidi, che per 400 anni ne saranno signori ospitando, fra gli altri, alti esponenti della corte del Sacro Romano Impero, quale, nel 1166, lo stesso imperatore Federico I Barbarossa (bisnonno di Federico II di Svevia). Passata sotto dominio fiorentino intorno al XIV secolo, è a questo periodo che si devono le operazioni che ci consegnano la Rocca per come la conosciamo oggi. Oggetto di assedi e saccheggi in fasi successive, fu il terremoto nel 1661 a distruggere gran parte della cinta merlata e della copertura del maschio centrale, avviando un progressivo e inesorabile processo di abbandono. Nel 1918, il grande crollo del maschio centrale costituirà il più recente evento di rovina della rocca, che donerà tuttavia alla medesima un forte carattere di fascino e monumentalità. Sezionata da cima a piedi, la possente torre centrale offre oggi un raro spettacolo, mostrando il proprio interno e contemporaneamente il proprio involucro, quasi in una rappresentazione illustrata di “spaccato verticale”, che sfoggia con chiarezza le tecniche costruttive e l’articolazione degli ambienti interni, in un fascinoso contrasto fra rovina e monumentalità, possenza e fragilità.

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