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Il lato tecnico dell'Architettura Spaziale: Intervista con l'architetto Julian Ocampo Salazar

Il lato tecnico dell'Architettura Spaziale: Intervista con l'architetto Julian Ocampo Salazar
di Marco Dentesano e Nicolò Zennaro

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A seguito di una stimolante lezione all’interno del corso Architecture for Outer Space tenuta dall’architetto Julian Ocampo Salazar, due studenti, Marco Dentesano e Nicolò Zennaro, hanno avuto l'opportunità unica di discorrere con lui sulle sfide che attendono questa branca germinale della professione.


Durante la lezione, l'architetto Salazar ha condiviso con gli studenti una serie di progetti affascinanti curati all'interno dello studio BIG per il quale lavora.
Dopo la presentazione dei progetti terrestri che lo hanno formato nei primi anni, è passato ad illustrare quelli spaziali. Uno dei progetti maggiormente approfonditi è stato il "Project Olympus", del quale ha presentato non solo un piano di sviluppo generale, ma anche una dettagliata costruzione di un singolo habitat.


A seguito dell’esposizione dei vincoli tecnici per la costruzione di questo tipo di habitat, Marco e Nicolò hanno posto alcune domande concentrandosi soprattutto sulla sicurezza degli stessi e sull'utilizzo di materiali locali per la loro costruzione.


Alla domanda riguardante la strutturazione dei layer di sicurezza per le differenti pressioni atmosferiche interne ed esterne, l'architetto ha risposto con saggezza e pragmatismo. Ha sottolineato l'importanza della ridondanza, affermando che "qualcosa deve fallire quattro volte in modo da fallire sul serio", ed è per questo che il suo habitat ha quattro zone di pressurizzazione indipendenti: due per gli spazi abitativi e due per le “zone di scambio”, quali gli spazi per la preparazione delle EVA (extra vehicular activities). Questo approccio mira a massimizzare la sicurezza e la flessibilità degli ambienti spaziali. Inoltre, ha evidenziato come la radiazione rappresenti una delle principali sfide, a cui ha risposto progettando ogni muro perimetrale con uno spessore massimo per garantire l’adeguata protezione.


Sulla questione dell'utilizzo di materiali locali per la costruzione degli avamposti spaziali, l'architetto ha evidenziato la necessità di approfondire ulteriormente questo tema nei prossimi sviluppi. Ha ammesso che alcune componenti complesse, come per esempio il meccanismo di ancoraggio comune tra le navicelle, dovranno essere spedite dalla Terra. Tuttavia, ha sottolineato che l'idea di utilizzare materiali locali è un obiettivo da perseguire nelle fasi successive dell’impresa spaziale.


In conclusione, l'intervista con l'architetto Julian Ocampo Salazar ha offerto uno sguardo approfondito e illuminante sul mondo dell'architettura spaziale. Le sue risposte hanno evidenziato l'importanza della sicurezza, del benessere e dell'innovazione nella progettazione

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