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Scenari futuri per design sostenibili con Paolo Cresci

André Berlin e Leonardo Giacomobono intervistano Paolo Cresci, ingegnere di Arup

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Arup si è dedicata per 75 anni alla ricerca tecnologica per raggiungere lo sviluppo sostenibile nell'industria delle costruzioni. A partire dai loro primi progetti, come la Sidney Opera House, hanno promosso l'idea di una nuova architettura, in cui la tecnologia gioca un ruolo fondamentale non solo nella risoluzione dei problemi di prestazione ma anche nella definizione degli spazi, fondendo Architettura e Ingegneria. Questa è la visione di "Architettura Totale" che guida l'azienda nei suoi progetti, una pratica multidisciplinare dove il design non è separato da tutti gli altri sistemi che definiscono il progetto.

"Il termine Architettura Totale implica che tutte le decisioni di progettazione rilevanti siano state considerate insieme e siano state integrate in un tutto da un team ben organizzato, autorizzato a stabilire le priorità." - Ove Arup

In questo modo, l'Architettura non è solo ciò che possiamo vedere e percepire, ma diventa qualcosa di più complesso, considerando anche ciò che è nascosto ma necessario per sviluppare un progetto che funzioni in armonia con la comunità che lo vive e con il suo contesto; è un insieme di conoscenze diverse che si uniscono per raggiungere una qualità complessiva.

La sostenibilità è stata parte della filosofia di Arup in passato, ma i moderni problemi ambientali richiedono soluzioni più estreme, che possono portarci dal design sostenibile convenzionale a progetti rigenerativi. Il tema principale è lo studio della relazione tra l'ambiente costruito e l'ambiente circostante e come possiamo costruire nuovi edifici che non solo hanno un impatto zero sul carbonio, ma un effetto positivo sull'ecosistema. La sfida qui è trovare nuove strategie in una situazione di cambiamento climatico, dove abbiamo bisogno di una completa ridefinizione dei confini tra Umani e Natura.

"Progettare per il futuro e non per il presente basandosi sul passato."

Vecchi materiali, nuove tecnologie

Essendo Arup un pioniere delle nuove tecnologie nell'industria delle costruzioni, l'approccio orientato al futuro è la chiave della loro pratica, come dimostrato dai loro lavori e prototipi passati. Il caso del "3D Housing 05" progettato con CLS Architetti, è particolarmente interessante e cerca di comprendere i limiti e le potenzialità della tecnologia di stampa 3D applicata all'architettura. Parlando di questo progetto, l'Ing. Paolo Cresci sottolinea l'innovazione dell'approccio. Prima le stampanti 3D venivano utilizzate principalmente per creare piccoli oggetti, mentre ora la tecnologia è sviluppata fino al punto in cui offre la possibilità di costruire una casa nel centro di Milano. Il risultato non è stato solo un edificio, ma anche architettura, l'aspetto estetico della superficie non è stato pensato in anticipo, ma è emerso a causa del processo di costruzione, ed è qualcosa di nuovo.

Nella visione di Paolo ci sono due vantaggi chiave per la stampa 3D in architettura, il primo è utilizzare meno materiale, solo dove serve. Grazie ai moderni software informatici possiamo definire e ottimizzare la forma del componente in base alle capacità strutturali o termiche, e le stampanti robotiche possono essere utilizzate per costruire il risultato di determinate ottimizzazioni.

Il secondo punto è la possibilità di utilizzare materiali locali il più possibile. I materiali organici sono sostenibili ma molto diversi a seconda di dove ti trovi, e questo rende più difficile ottenere un risultato che combina prestazioni strutturali con la longevità del componente. Quindi, in questo viaggio intorno alla riduzione del carbonio e alla circularità, dobbiamo spingere soluzioni utilizzando nuove tecnologie e non solo ciò che è stato dato dalle tecniche del passato, estendendo i confini di ciò che concepiamo essere possibile.

L'implementazione di nuovi processi è una trasformazione lenta, ma c'è la possibilità di plasmare l'architettura in modo diverso in base ai progressi tecnologici. Ciò significa che se ci liberiamo dalla rigidità dei metodi di calcolo semplificati, dallo schema tradizionale di colonne e travi, entriamo in un nuovo tipo di area in cui la potenza computazionale può guidare le nostre decisioni. Il risultato è un'architettura più ottimizzata e unica rispetto alle "scatole" standard che di solito abbiamo come edifici.

"Il punto è che tendiamo ad essere troppo confinati nella scatola mentre progettiamo un edificio, È una scatola anche in termini di pensiero, dovremmo davvero rompere la scatola di come solitamente siamo abituati a pensare."

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