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Spezzare le Norme: L'Approccio Non Convenzionale all'Architettura di Zaha Hadid

Spezzare le Norme: L'Approccio Non Convenzionale all'Architettura di Zaha Hadid 
Samaher Baredooan e Nazia Ansari

Dsc F0295

La filosofia architettonica di Zaha Hadid enfatizzava fluidità e distorsione, sfidando le norme convenzionali e i paesaggi urbani. La sua visione degli edifici come forme organiche ha portato a progetti notevoli che si fondono perfettamente con l'ambiente circostante. Attraverso l'innovativo modellamento parametrico, esemplificato dal museo MAXXI, Hadid ha interrotto concetti tradizionali e strutture a griglia, creando forme complesse che in precedenza sembravano irraggiungibili. Questo approccio visionario l'ha consolidata come una designer straordinaria nell'architettura moderna.

Oltre ai suoi concetti architettonici innovativi, Zaha Hadid Architects ha attivamente sfumato i confini tra il mondo fisico e digitale. Riconoscendo la natura interconnessa delle nostre vite, ha cercato di creare spazi che integrassero senza soluzione di continuità esperienze online e offline. Questa visione trasformativa ha portato a numerosi progetti globali che integrano la tecnologia nel tessuto urbano, facendolo pioniere nella creazione di ambienti interattivi. Attraverso questo approccio, Zaha Hadid Architects ha plasmato attivamente il futuro dell'ambiente costruito. Non solo creando strutture visivamente accattivanti ma anche esperienze interattive, mostrando tutto il potenziale tra architettura ed esperienze digitali.

Caso Studio: Museo Maxxi a Roma

Av Imagen

Collaborando strettamente con MAXXI, Paolo Matteuzzi ha giocato un ruolo fondamentale nella realizzazione del Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo a Roma. Il suo coinvolgimento ha coperto l'intero ciclo di vita del progetto, dal design concettuale alla documentazione di costruzione fino alla supervisione artistica del sito, culminando nel suo completamento e apertura nel 2009. MAXXI si presenta come una vetrina esemplare dell'approccio di design parametrico di Hadid. Le forme curve del museo e gli spazi dinamici incarnano senza sforzo un senso di fluidità e movimento. Nell'intervista Paolo ha ricordato il museo MAXXI, che è stato anche il suo primo progetto presso ZHA nel 2002 quando l'intero giovane team di designer, così come i consulenti strutturali, erano entusiasti di affrontare la sfida di implementare questo progetto che già stava rompendo i confini del design innovativo. Ha evidenziato l'integrazione intenzionale di esperienze indoor e outdoor, sfumando i confini convenzionali tra l'interno del museo e il paesaggio urbano circostante. L'idea di non avere luce solare diretta per lo spazio aperto interno, ad esempio, era difficile da ottenere ma ci sono riusciti comunque, lavorando instancabilmente sulla disposizione delle bocchette e gli angoli di luce solare per rifrangere i raggi luminosi il più possibile per creare una illuminazione interna equilibrata e uniforme. Anche questo è stato gestito nuovamente da una perfetta coordinazione tra illuminazione naturale e artificiale.

Museo Maxxi a Roma

Paolo ha anche parlato di alcuni progetti in cui il cliente chiedeva semplicemente una visione creativa, che potrebbe essere o meno fattibile praticamente, ma questo li ha resi consapevoli del fatto che essendo all'avanguardia del design e della tecnologia dovevano creare qualcosa di straordinario oltre che praticamente fattibile. Pertanto, il team di progettazione lavora in sincronia con il team di ingegneria per ottenere risultati perfettamente realizzabili.

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